Detti Dialettali!
- The Pusher
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- Saikyou No Senshi
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va' riffiti u culu ( vendi il tuo culo al miglior offerente )
una maniera alternativa di fanculizzare una persona
notare come la parola "riffiti" dalla voce del verbo riffare ( mettere all'asta appunto ) è un verbo ancora in uso nell'italiano corrente
la riffa, nel territorio calabrese, si intende comunque più nel senso di lotteria
in occasione delle feste patronali, per natale o pasqua, le poche putie (botteghe) rimaste sul territorio indicono una lotteria mettendo in palio prosciutti, forme di grana, soppressata, capicollo
o anche colombe, uova di pasqua o panettoni secondo le festivitÃ
i clienti comperano uno o più numeri, il numero vincitore sarà il primo etratto sulla ruota (generalmente) di palermo del lotto
è interessante notare come riffare il proprio culo vado tutt'ora di moda
una maniera alternativa di fanculizzare una persona
notare come la parola "riffiti" dalla voce del verbo riffare ( mettere all'asta appunto ) è un verbo ancora in uso nell'italiano corrente
la riffa, nel territorio calabrese, si intende comunque più nel senso di lotteria
in occasione delle feste patronali, per natale o pasqua, le poche putie (botteghe) rimaste sul territorio indicono una lotteria mettendo in palio prosciutti, forme di grana, soppressata, capicollo
o anche colombe, uova di pasqua o panettoni secondo le festivitÃ
i clienti comperano uno o più numeri, il numero vincitore sarà il primo etratto sulla ruota (generalmente) di palermo del lotto
è interessante notare come riffare il proprio culo vado tutt'ora di moda
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- Saikyou No Senshi
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'nci vulivunu tri bagnaroti mu ciangiunu
ci volevano tre bagnarote (donne abitanti a Baganra, provincia ri Reggio Cal.) per piangerlo
è un detto abbastanza generico, si usa in uno spettro molto ampio di situazioni, ad esempio per una ragazza vestita in maniera pacchiana; o a nota di una situazione particolarmente sfortunata
da notare come il numero dell "bagnarote" può variare in base alla gravità del fatto
Fino agli anni '60 era usanza diffusa, sul territorio calabrese, che ad ogni funerale ci fosse qualcuno che piangesse in maniera particolarmente disperata.
Non era difficile vedere donne che per il dolore si strappavano i capelli o che con le unghie si tagliavano la pelle del volto ( si "cardavano" la faccia ).
Il fatto è che questo doveva succedere tanto nei funerali dei "viddrani", degli agricoltori, quanto ai funerali della gente benestante.
E se per i primi ci pensavano le donne di famiglia, che già piangevano normalmente per la miseria e la fame, figurarsi per la morte del capofamiglia o di un figlio, colonne del "sistema economico" di una famiglia che campava col giardino.
La difficoltà era trovare qualcuno che piangesse ai funerali dei ricchi, dove tutti pensavano al vecchio che si era tolto dalle scatole, o al movimento finanziario e immobilire degli averi del defunto.
Da qui l'usanza di pagare delle donne perchè piangessero e si disperassero al posto dei parenti del compianto. E sembrerà strano a dirsi ma per i funerali dei più abbienti questo succedeva veramente e chi poteva permettersi delle carrozze andava a prendere le piangenti direttamente a Bagnara dove sembra ci fossero le commedianti più brave.
E' da notare, inoltre, come questa è un'usanza che si rifà alla tradizione dell'antica grecia.
ci volevano tre bagnarote (donne abitanti a Baganra, provincia ri Reggio Cal.) per piangerlo
è un detto abbastanza generico, si usa in uno spettro molto ampio di situazioni, ad esempio per una ragazza vestita in maniera pacchiana; o a nota di una situazione particolarmente sfortunata
da notare come il numero dell "bagnarote" può variare in base alla gravità del fatto
Fino agli anni '60 era usanza diffusa, sul territorio calabrese, che ad ogni funerale ci fosse qualcuno che piangesse in maniera particolarmente disperata.
Non era difficile vedere donne che per il dolore si strappavano i capelli o che con le unghie si tagliavano la pelle del volto ( si "cardavano" la faccia ).
Il fatto è che questo doveva succedere tanto nei funerali dei "viddrani", degli agricoltori, quanto ai funerali della gente benestante.
E se per i primi ci pensavano le donne di famiglia, che già piangevano normalmente per la miseria e la fame, figurarsi per la morte del capofamiglia o di un figlio, colonne del "sistema economico" di una famiglia che campava col giardino.
La difficoltà era trovare qualcuno che piangesse ai funerali dei ricchi, dove tutti pensavano al vecchio che si era tolto dalle scatole, o al movimento finanziario e immobilire degli averi del defunto.
Da qui l'usanza di pagare delle donne perchè piangessero e si disperassero al posto dei parenti del compianto. E sembrerà strano a dirsi ma per i funerali dei più abbienti questo succedeva veramente e chi poteva permettersi delle carrozze andava a prendere le piangenti direttamente a Bagnara dove sembra ci fossero le commedianti più brave.
E' da notare, inoltre, come questa è un'usanza che si rifà alla tradizione dell'antica grecia.
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