I savoia e i danni morali!
Inviato: mer 21 nov, 2007 10:19 am
Vittorio Emanuele II a Napoleone (Torino, 28 Ottobre 1859):
"La mia sorte è congiunta a quella del popolo italiano; possiamo soccombere, ma tradire mai!. I Solferino e le San Martino, riscattano tal volta le Novara e le Waterloo, ma le apostasie dei Principi sono irreparabili. Io potrò dunque restar solo nella grande lotta in cui la M. V. aveva cominciato per darmi la mano: ma io resterò. Perocché se la M. V., forte dell’ammirazione del suo popolo, non ha nulla a fare per la riconoscenza della simpatia dell’alleanza del popolo italiano, io sono commosso nel profondo dell’anima mia dalla fede, dall’amore che questo nobile e sventurato popolo ha in me riposto; e piuttosto che venirgli meno, spezzo la mia spada e getto la mia corona come il mio augusto genitore"
Vittorio Emanuele III, 8 Settembre 1943:
La sera dell'8 settembre 1943, in coincidenza con l'annuncio dell'armistizio siglato cinque giorni prima vari comandi e presidi italiani in patria e all'estero venivano attaccati o sopraffatti dai tedeschi, sicché il re e il governo Badoglio temevano un colpo di mano nazista per impadronirsi della capitale (intervento che poi puntualmente sarebbe effettivamente avvenuto dopo circa 24 ore). Anziché organizzare la difesa della capitale decisero di allontanarsi precipitosamente da Roma.
Vittorio Emanuele di Savoia, 20 Novembre 2007
"Voglio 260 milioni di danni e tutti i beni confiscati alla famiglia reale."
Me lo condecete un francesismo?
VAFFANCULO!!!!!!!
"La mia sorte è congiunta a quella del popolo italiano; possiamo soccombere, ma tradire mai!. I Solferino e le San Martino, riscattano tal volta le Novara e le Waterloo, ma le apostasie dei Principi sono irreparabili. Io potrò dunque restar solo nella grande lotta in cui la M. V. aveva cominciato per darmi la mano: ma io resterò. Perocché se la M. V., forte dell’ammirazione del suo popolo, non ha nulla a fare per la riconoscenza della simpatia dell’alleanza del popolo italiano, io sono commosso nel profondo dell’anima mia dalla fede, dall’amore che questo nobile e sventurato popolo ha in me riposto; e piuttosto che venirgli meno, spezzo la mia spada e getto la mia corona come il mio augusto genitore"
Vittorio Emanuele III, 8 Settembre 1943:
La sera dell'8 settembre 1943, in coincidenza con l'annuncio dell'armistizio siglato cinque giorni prima vari comandi e presidi italiani in patria e all'estero venivano attaccati o sopraffatti dai tedeschi, sicché il re e il governo Badoglio temevano un colpo di mano nazista per impadronirsi della capitale (intervento che poi puntualmente sarebbe effettivamente avvenuto dopo circa 24 ore). Anziché organizzare la difesa della capitale decisero di allontanarsi precipitosamente da Roma.
Vittorio Emanuele di Savoia, 20 Novembre 2007
"Voglio 260 milioni di danni e tutti i beni confiscati alla famiglia reale."
Me lo condecete un francesismo?
VAFFANCULO!!!!!!!